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Tell Me Wine… il PROSECCO DOC di CANTINE DEL CERRO

In questo articolo vi raccontiamo il PROSECCO DOC che abbiamo provato in diretta per voi.

Spumante metodo Martinotti, extra dry. Colore giallo tenue con perlage medio/fine intenso e persistente. Profumo delicato, fresco e floreale. Sapore con note fruttate di mela, invitante, leggermente amabile, con sfumature minerali. 11% gradazione.


Un vino capace di stuzzicare e soddisfare anche i palati più esigenti.

Una piccola nota sul termine millesimato. Con millesimato si intende un vino che è composto almeno all’85% da vino dell’annata riportata in etichetta (da millésime = annata). È una dicitura molto importante per gli spumanti ottenuti con il metodo classico, perché si è voluto esaltare il più possibile la caratteristiche di un’annata particolarmente favorevole, spesso accompagnata da un’affinamento sui lieviti almeno 1000 giorni. Il Prosecco (come per tutti gli spumanti metodo martinotti) é di base prodotto con uve di una singola annata per esaltare le caratteristiche del vitigno, valorizzandone gli aspetti di piacevolezza, semplicità e bevibilità tipiche di questi vini. Quindi il termine millesimato, in questo caso, non aggiunge niente.

La nostra esperienza con il PROSECCO DOC di Cantine del Cerro.

Vini del Cerro. Sono vini scelti personalmente da Angelo Gasparri, valutando sia la qualità del prodotto che del produttore. Proponiamo prodotti genuini e un ampio assortimento, per soddisfare i palati più esigenti. A richiesta, i vini vengono imbottigliati nella nostra cantina con riempimento isobarico e sigillati con il tappo corona.

Prosecco: un uvaggio che deve essere al minimo 85 % Glera e il restante 15 % può essere Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay,Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco), coltivate nella zona della doc del prosecco composta dalle province di: Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza.

Il Prosecco ha conosciuto un vero e proprio boom a partire dagli anni ’90 del XX secolo, con un’impennata tra il 2005 e il 2010. Alla produzione sono dedicate oltre 8000 cantine vitivinicole e 269 case spumantistiche, che immettono sul mercato oltre 330 milioni di bottiglie all’anno – in buona parte esportate. Nel 2013 le vendite nel mondo hanno superato per la prima volta quelle dello champagne.

Un po’ di storia: Dopo essersi posta sotto la protezione dell’Austria, secondo lo stipulato Atto di dedizione del 1382, la città di Trieste assunse l’incombenza di inviare annualmente alla casa d’Asburgo 100 anfore di prosecco, un vino fermo e secco ottenuto dall’uva glera. Ai primi del Cinquecento a Trieste, per dare maggiore visibilità al principale prodotto locale, la ribolla, si dichiarò che questa fosse la naturale erede di un celebre vino dell’antichità, il pucino, celebrato da Plinio nella sua Naturalis historia e prediletto per le sue doti medicinali da Livia, moglie dell’imperatore Augusto. La necessità di distinguere la ribolla triestina dagli altri vini dallo stesso nome porterà poi a fine secolo ad un cambio di denominazione e soprattutto ad una precisa caratterizzazione geografica, suggerita dall’identificazione del luogo di produzione dell’antichità, il castellum nobile vino Pucinum con il Castello di Prosecco, nei pressi della località di Prosecco. Il vitigno, vero elemento caratterizzante del Prosecco delle origini, si diffuse nelle zone domiante da Venezia – in Dalmazia, a Vicenza e nel Trevigiano. Col passare dei secoli, la produzione nella zona d’origine andò scemando, mentre conobbe un sempre maggiore sviluppo proprio nelle zone dell’attuale provincia di Treviso e segnatamente fra le colline di Conegliano, Asolo e Valdobbiadene. Nel corso dei secoli la produzione del Prosecco venne completamente abbandonata dai viticoltori del Carso triestino e del Collio friulano, sviluppandosi invece lungo le colline venete, in particolare nella provincia di Treviso (zone di Valdobbiadene, Conegliano ed Asolo). Lo straordinario successo ottenuto dal Prosecco a partire dal secondo dopoguerra ha creato una serie di tentativi di imitazione: vini denominati “Prosecco” sono stati prodotti in Sudamerica (“Prosecco Garibaldi” in Brasile), in Croazia (“Prošek”), in Australia (“Prosecco Vintage”). Diventando quindi urgente una regolamentazione legislativa che arginasse il fenomeno ed essendo vietato dalle norme internazionali proteggere il nome di un vitigno (era invalso infatti l’uso di chiamare “Prosecco” il vitigno produttore del vino), si rese necessario ricollegare la produzione veneta col nome della località originaria del Prosecco, e cioè la località omonima presso Trieste, nel contempo ripristinando gli antichi nomi – “Glera” e “Glera lunga” – dei vitigni. Si decise quindi di creare un’area di produzione contigua costituita dalle province del Veneto e del Friuli Venezia Giulia ove il vitigno era autorizzato o era stato avviato il procedimento autorizzativo. L’iter venne concluso il 17 luglio 2009, con la promulgazione del decreto di riconoscimento della DOC “Prosecco”, delle due DOCG “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” e “Colli Asolani – Prosecco” (o “Asolo – Prosecco”) e del relativo disciplinare di produzione. La riorganizzazione di tutta la produzione ha avuto luogo a partire dalla vendemmia iniziata il 1º agosto 2009.

Se vi abbiamo incuriosito, potete provare il nostro PROSECCO DOC prenotandolo sul nostro sito.

 

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